Fare sport all’aria aperta è un regalo per il corpo. In mezzo alla natura si ha infatti modo di prendersi cura in maniera ancora più completa del corpo, scoprendo tutte le potenzialità dell’attività fisica in maniera completa anche dal punto di vista emotivo.

Per fare sport all’aria aperta ci vuole l’abbigliamento giusto. Esistono tanti brand di abbigliamento sportivo outdoor, ma solo pochi sono capaci di aprire un vero e proprio mondo nella mente del pubblico al quale si rivolgono con i loro prodotti.

Anche questo, dopotutto, è il bello della moda, un universo fatto di tante piccole storie che vale la pena raccontare per capire quali siano gli spunti creativi che hanno portato oggi alcuni marchi ad avere successo. Una storia di questo tipo è quella di The North Face – sullo store puoi trovare  capi di questo marchio sia da uomo che da donna, oppure puoi approfittare delle offerte dell’outlet – due parole sulle quali potrebbero essere scritti libri su libri.

Ovviamente c’è chi l’ha fatto, per tanto noi ci limitiamo a qualche pillola, con la speranza di far nascere in chi legge anche solo un po’ di curiosità prima di tutto sulla vita di Douglas Tompkins, il fondatore del marchio, morto alla fine del 2015 in Cile.

La vita di Tompkins è davvero una storia che vale la pena raccontare prima di tutto perché si tratta di un bellissimo esempio di impegno. La mente dietro a The North Face e ai suoi capi outdoor pratici e funzionali non è stato solo un imprenditore, ma prima di tutto un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alle battaglie ecologiste.

Anche la sua morte, avvenuta per un incidente nel corso di un’uscita in kayak con la moglie e alcuni amici, è un esempio di come l’amore per la natura, quando è potente, accompagni proprio fino alla fine. Ci piace l’idea di continuare a raccontare della sua vita perché, come già specificato, oltre ad aver rivoluzionato il mondo dell’abbigliamento sportivo outdoor ha lasciato anche dei contributi interessanti per chi vuole vivere al massimo il contatto con la natura.

Tra questi è possibile ricordare il libro Deep Ecology: live as if natured mattered. Questo libro ha rappresentato il primo passo di un impegno costante per la difesa della biodiversità, che lo ha visto combattere battaglie di ogni tipo al fianco della moglie Kris.

La storia di The North Face, brand che comincia a muovere i primi passi a metà degli anni ’60, è quindi ben di più che una storia di moda. Si tratta di un vero e proprio percorso di attivismo, che si concretizza per esempio con la scelta, a partire dagli anni ’70, di iniziare a produrre attrezzature ad alta quota utilizzando la minor quantità possibile di materiale.

Never stop exploring: questo motto diventa in poco tempo un riferimento fondamentale per la filosofia aziendale di North Face, un brand che si struttura di anno in anno come un esempio di eccellenza per l’abbigliamento sportivo outdoor in condizioni estreme.

Oggi la sostenibilità ambientale è un tema molto discusso. Ci sono brand che fanno green washing in seguito a polemiche internazionali che si spengono poco dopo la loro nascita, e marchi anche piccoli che, giorno dopo giorno, si impegnano per lavorare senza mettere in secondo piano il rispetto per l’ambiente.

Il caso di The North Face, al di là dei prodotti riconoscibili fin dal primo sguardo di un appassionato di escursioni in montagna o di sci estremo, è unico nel suo genere. Per quale motivo? Perché si parla di un brand la cui storia parla da sola e racconta di una vita passata ad amare l’ambiente e, grazie alle conoscenze acquisite durante gli anni di lavoro come guida sui monti più alti del mondo, a portare al successo un brand di abbigliamento sportivo che dopo cinquant’anni di storia continua a stupire.